Bozza
per una storia della S.O.
(Dubla, 2000)
I
primordi della scienza dell’organizzazione
Possiamo senz’altro affermare che le basi della
moderna scienza dell’organizzazione sono state gettate da due importanti
studiosi:
·
Il primo
è lo statunitense F. W. TAYLOR
che fu il primo ad occuparsi dell’organizzazione
scientifica del lavoro (Taylorismo - studio dei procedimenti
lavorativi). È un processo inaugurato dall’ingegnere statunitense allo scopo
di aumentare la produttività del lavoro in fabbrica attraverso la scomposizione
delle mansioni, l’individuazione di compiti ben definiti da assegnare a
ciascun esecutore, la programmazione della produzione. Per estensione, qualsiasi
forma di organizzazione del lavoro che comporti parcellizzazione e perdita di
contenuto intellettuale e professionale delle mansioni. Infatti,
l’organizzazione Tayloristica si basa su una rigida distinzione tra lavoro
manuale e intellettuale. Il metodo Tayloristico ebbe larghissima applicazione
(la prima negli stabilimenti FORD - 1913), successivamente in Europa,
diffondendo i sistemi di lavorazione in serie e a catena.
In sintesi il suo studio si basava sui tempi, sui movimenti e sugli strumenti
necessari al miglior rendimento produttivo, introducendo il concetto di specializzazione
spinta al massimo.
·
Il
secondo è l’ingegnere minerario francese Henry FAYOL che indirizzò i suoi
studi sulla funzione direttiva (quadri apicali e intermedi). Le sue conclusioni
furono:
a.
Tutte le operazione che si svolgono in qualsiasi tipo di impresa, sono
raggruppabili nelle seguenti funzioni:
tecnica, commerciale, finanziaria,
di sicurezza, contabile, amministrativa.
b.
In ogni impresa le conoscenze fondamentali dei livelli più bassi sono le
conoscenze tecniche e professionali-caratteristiche del lavoro che
nell’impresa è svolto, mentre le conoscenze essenziali per i capi sono quelle
amministrative.
Il vocabolo “amministrative” non è che la
traduzione letterale del francese “administrative”,
ma esaminando ciò che il Fayol intendeva comprendere in questo termine, può
essere meglio spiegato con il vocabolo “direttive”.
Egli, infatti, parla di: programmare - organizzare - comandare - coordinare - controllare,
che sono i compiti direttivi del capo.
L'organizzazione
Il vero aspetto dell’atto organizzativo è il lavoro
di un insieme di persone accomunate dal desiderio di raggiungere un obiettivo
(dunque non si deve intendere mai il lavoro di un singolo). Questa definizione
è perfettamente applicabile all’impresa
che è, infatti, riconosciuta come insieme
di uomini e di mezzi operanti per conseguire un fine (o scopo) comune.
Questi elementi caratterizzano ogni impresa, definendone dunque lo scopo e i
compiti da svolgere per realizzarlo. Il responsabile del conseguimento dello
scopo è, ovviamente, il capo dell’impresa che per essere un buon esecutore
della funzione direttiva non deve essere solo dotato di doti innate o, derivate
dall’autodidattismo e dalla formazione derivante dall’attività
professionale, ma deve ricevere un’istruzione che gli consenta di avere delle
basi atte a rilanciare l’attività spirituale ed intellettuale del dirigente
in forma più razionale e concreta.
Scienza & Arte
La scienza e
l’arte del dirigere, che sono sempre appartenuti alla sfera sociale, sono oggi
legate unitamente a tale sfera ed a quella tecnica.
La scienza
è il complesso ragionato e compiuto di cognizioni di un determinato ordine
intorno alle cose, ai principi che le reggono ed ai fenomeni che presentano. L’arte è attività umana che si svolge per opera d’ingegno,
secondo insegnamenti dedotti dall’esperienza o seguendo una geniale
ispirazione.
In altre parole possiamo affermare che la scienza è
l’insieme di conoscenze metodiche sull’argomento e l’arte è l’abilità
di applicare queste conoscenze per ottenere un determinato risultato.
Possiamo quindi affermare che l’organizzazione, che in una prima approssimazione veniva
considerata come scienza, sia oggi
scienza ed arte insieme.
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