Corrada Cardini
Mi viene in
mente il mio professore di filosofia al Liceo: era tanto immune dal fascino
dell'intelligenza creativa, libera, magari dialettica, che mi ha inconsciamente
indotto ad iscrivermi alla facoltà di filosofia, anche solo per avere la
conferma che quello era veramente un caso isolato...in realtà purtroppo la
facoltà di filosofia continua a sfornare casi disperati, più che isolati. Il
professore di cui parlo, insegnava in una scuola parificata, cattolica ed era un
integralista ante litteram, che epurava con disinvoltura la storia della
filosofia da ogni traccia di razionalismo, peggio, di materialismo... ma è
acqua passata.
La domanda è: " perchè i docenti di certi licei, quelli che si credono il
sale della terra, quelli che possono permettersi di ignorare praticamente tutto
dell'evoluzione della scienza dell'educazione, della psicologia
dell'apprendimento, della ricerca in atto nel campo delle strategie
didattico-educative, quelli che credono che la realizzazione di progetti tesi
all' ampliamento dell'offerta formativa abbia a che fare con l'attività di
docenza, ogni tanto non provano a ampliare i loro ristretti orizzonti
professionali? Perchè a qualcuno di questi superprofessori non viene in mente
che la professionalità non si misura sulle nozioni che si trasmettono, specie
quando si lavora su una "utenza" già selezionata? Perchè non
riescono a realizzare che i buoni docenti sono quelli che si misurano con gli
studenti in difficoltà, e non con i primi della classe, i quali vanno avanti
praticamente da soli, e spesso malgrado i professori che hanno? Perchè non si
rendono conto che la ministra ( ! ! donna purtroppo, e mi dispiace) sta cercando
di togliere con le sue demagogiche proposte, ogni valore ai titoli derivati
dalla frequenza della scuola pubblica, e che vuole scaricare sulla scuola
pubblica tutte le contraddizioni e i problemi che risultano scomodi da
affrontare per uno Stato che dall'impegno della formazione vuole disimpegnarsi,
in modo da lasciare liberi di agire i due poli di riferimento del sistema che ha
in mente: l'Impresa e il mercato del lavoro da un lato, e le istituzioni
scolastiche private, da trasformare in incubatrici dove riprodurre e clonare i
nuovi quadri del conformismo dominante?
Sono insegnante di lettere nella scuola media e ho una abilitazione per
l'insegnamento di storia e filosofia mai utilizzata: credo nella professionalità
della figura docente, credo nell'esigenza della flessibilità, credo che
l'orario di lavoro debba e possa essere allungato.
Ma non credo che alla signora Moratti importi assolutamente niente di garantire
all'utenza della scuola pubblica un servizio migliore, né ai suoi docenti una
maggiore professionalità. Amen
25 novembre
2001
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